Interviste a Steven Wilson

Intervista a Milano 10/02/2009

Intervista steven wilson milano 2009
10/02/2009
Intervista condotta da Evaristo Salvi a Milano il 10/02/2009

Il 10 Febbraio 2009 Steven Wilson si trova a Milano per la promozione del suo primo vero e proprio album solista Insurgentes, che uscirà in Europa il 9 Marzo dalla KScope, in CD + DVD-A, ma già da diverso tempo sono uscite le versioni limitate Deluxe Edition 2CD + DVD-A (3000 copie) e 4 LP (1000 copie), accompagnate da un bellissimo libro illustrato, che come il contenuto dell’album, ripercorre un po’ le tappe e la vita di questo geniale ed ispirato artista. Inoltre durante questo periodo, sono stati resi disponibili in rete anche i due trailer ed il bellissimo ed inquietante video del singolo Harmony Korine.

Il Porcupine Tree Italian Fansite “Coma Divine” è stato gentilmente invitato all’unico evento, in Italia, realizzando l’intervista che segue, in esclusiva per questo sito, le cui domande sono state fatte con la collaborazione degli iscritti al nostro forum.


Evaristo: ascoltando l’album, si ha come la sensazione di sentire la tua vita musicale, sembra quasi un mix tra tutti i tuoi side project, risultando tuttavia originalissimo, cosa c’è di così particolare in Insurgentes che non poteva trovare spazio in un altro dei tuoi side-project?

Steven Wilson: penso che sia la prima volta in cui ho messo tutti gli aspetti della mia personalità all’interno di un album; ci potete sentire i PT, i Blackfield, i No-man pur risultando essere comunque una cosa nuova; ci sono cose che non ho mai espresso prima in nessun progetto, per esempio l’uso di “rumore puro” in alcuni brani che è una cosa piuttosto nuova per me. Non l’ho mai fatto con i PT mentre l’ho fatto con i Bass Communion che è però un progetto di “noise music”. La combinazione di rumore puro in una canzone è un concetto sicuramente nuovo per me. Anche l’uso della chitarra è concepito in maniera astratta e non convenzionale. In alcuni casi potrebbe sembrare una tastiera, ma non è stata usata nessuna tastiera in questo album, non credo sarei stato in grado: Nei PT abbiamo un fantastico tastierista, per cui non si rende necessario che io mi esprima con la chitarra in maniera non convenzionale e in questo album finalmente ho avuto l’opportunità di usare la chitarra in un modo in cui non l’ho mai usata prima. Quindi l’album è una summa di ciò che è stato, ma è anche un passo verso qualcosa di nuovo.

Eugenio: nel documentario abbiamo visto che l’album Insurgentes è stato registrato in vari luoghi suggestivi, come ad esempio il Messico. Vorremmo sapere come questi luoghi hanno influenzato la tua creatività.

Steven Wilson: la risposta semplice è che non so dare una risposta precisa, non so come mi abbia influenzato, ma so che l’ha fatto. Se vuoi delle precise indicazioni su cosa sia stato influenzato, soprattutto se parliamo dell’influenza del Messico – bhè, evidentemente ci sono due titoli nell’album in spagnolo, la musica è stata registrata “in modo internazionale” (in varie parti del mondo, NdT) e sono sicuro che molte cose locali abbiano avuto un impatto sulla musica, ma non saprei davvero dire quale. Ad esempio a città del Messico sono riuscito a registrare la Title-track dell’album in un convento, un bellissimo convento antico, e registravo di notte: è stata davvero un’esperienza piuttosto spaventosa, da far accapponare la pelle, sembrava quasi che tutti i fantasmi del posto fossero lì con me mentre registravo quella musica, e questo sicuramente avrà avuto un impatto sui miei sentimenti, sul mio stato mentale e il mio umore nella registrazione. È difficile trasformare questo concetto in parole, ma è tutto lì da ascoltare.

Eugenio: magari quando andiamo all’estero ci accorgiamo che le persone fanno le stesse cose in maniera differente.

Steven Wilson: sicuramente, nel senso.. quando viaggi vedi molte cose diverse; anche il semplice tempo atmosferico, un diverso clima ti fa scrivere musica diversa, davvero, è così. Il cibo, il clima, le donne, è tutto diverso e tutte queste cose iniziano a filtrare attraverso te, e cambiano il modo in cui scrivi. Davvero non saprei descrivere come, ma so che succede. Sono sicuro che se avessi registrato questo album in Inghilterra nel mio studio sarebbe stato un disco totalmente diverso.. e tanto mi basta.

Eugenio: ci sono un sacco di immagini, nel booklet dell’album, che hanno a che fare con il sacro, e ci sembra che la spiritualità abbia avuto una grossa influenza sul tuo nuovo lavoro. Ci interessava approfondire il tuo rapporto con la religione e la fede.

Steven Wilson: il mio rapporto con la religione è che mi piace comprare gli oggetti nati dalla religione, intendo che adoro le cose che la religione ha ispirato: adoro la musica che ha ispirato, così come i dipinti e le opere d’arte, i monumenti e gli edifici costruiti nel nome di dio o della religione, ma non mi piace la religione in sé. Credo che abbia un’influenza negativa sul nostro pianeta e sulla razza umana. (Ah, a proposito, qualcuno di voi è religioso? Non vorrei offendere nessuno.) Sfortunatamente vedo che la religione ha davvero troppa influenza, un’influenza sproporzionata rispetto a quella che dovrebbe avere.

Gianluca: sì, ricordiamo anche alcuni dei tuoi primi lavori (come Idiot prayer) che avevano uno stretto collegamento e una critica proprio da questo punto di vista.

Steven Wilson: ah, sì, la setta degli evangelisti. Probabilmente sapete che non mi piace molto l’America, e soprattutto il middle-est dell’America che è molto religioso – anche se una cosa buona è che sono passati da un presidente molto religioso a un ateo. Tutto il problema relativo all’aborto è un grosso esempio (riguardo all’influenza ideologica della religione). Sfortunatamente, le persone religiose hanno come un paraocchi sulle questioni della vita, una visione eccessivamente distorta, hanno troppe opinioni e forse sono le persone con la mente meno aperta sulla faccia della terra – no, sono sicuramente le persone meno aperte mentalmente sulla terra. Sono quelle che iniziano conflitti e guerre in nome di Dio, iniziano le intifadas nel nome della religione, iniziano campagne d’odio nel nome della religione, ed è un completo paradosso, c’è un conflitto tra questi esempi e cosa la religione dovrebbe essere. Non vi sto dicendo niente di nuovo, niente che non sappiate già. Ma per tornare alla domanda adoro le opere d’arte, gli edifici, la musica che la religione ha ispirato – ma anche senza parlare di religione, e riguardo alla spiritualità: io credo nella spiritualità, nell’anima dell’uomo

Fabio: quindi distingui tra religione e fede.

Steven Wilson: credo in Dio, ma credo che Dio sia dentro di noi, e credo che abbiamo anche un diavolo dentro di noi, abbiamo il bene e il male, abbiamo una spiritualità dentro di noi  qualcosa di non molto diverso da certe preghiere o gospel che parlano di rinnovo di sé stessi, di una nuova nascita, di resurrezione interna, non di resurrezione letterale. È incredibile come la chiesa abbia eliminato tutte le cose che potevano minacciare il suo dominio politico. È un argomento di cui potremmo parlare per giorni, comunque.

Eugenio: la prossima domanda riguarda la scena in cui distruggi gli iPod

Steven Wilson: sì. Perché dopo una domanda sulla religione me ne fai una sugli iPod? (ride)

Eugenio: gli iPod possono essere considerati come qualcosa in cui credere, oramai.

Steven Wilson: non odio gli iPod, li ho usati come un’icona che rappresentasse il modo in cui la gente ascolta musica, che è davvero peggiorato negli ultimi tempi. Sono il primo ad ammettere che senza Internet e gli iPod avrei meno fan di quanti ne ho, perché il modo in cui specialmente i Porcupine Tree hanno aumentato il numero di fan fu per la maggior parte l’uso di internet, perché era quasi impossibile sentirci in radio e non passavamo in televisione. Ma credo che ogni progresso porti con sé un regresso, un passo avanti è in realtà un passo indietro: con gli iPod la gente ascolta più musica che mai prima d’ora, sia in termini di tempo che di varietà, ma la ascoltano con una pessima qualità, non riescono ad avere una vera esperienza musicale. Ogni musicista con cui parlerai ti dirà come gli mp3 sono un travestimento, una brutta copia di ciò che hanno registrato. Per me è la stessa differenza che c’è tra l’andare a una mostra d’arte e vedere un bellissimo Picasso, un Caravaggio, e vedere la tela, la pennellata, i colori, accorgersi della vita che esce dal quadro, e vedere una immagine Jpeg della stessa opera sul telefonino. Puoi sempre apprezzare la grandezza del dipinto, la genialità, posso sempre dire che è un Picasso, ma la qualità dell’esperienza è davvero molto più bassa. E così c’è la stessa differenza tra ascoltare un mp3 dal tuo iPod, attraverso delle cuffiette di m*rda e ascoltare un cd ben confezionato, o un vinile, o un surround sound mix su un supporto giusto. Non aspetto che la gente smetta di usare gli iPod, sarei davvero ingenuo se mi aspettassi questo, ma voglio sottolineare il problema della perdita di qualità nella musica moderna.

Eugenio: questo è il motivo per cui hai fatto questo gran librone (l’edizione limitata Deluxe Edition di Insurgentes, NdT), per fare qualcosa di unico?

Steven Wilson: sì, ho fatto qualcosa che credo la gente voglia continuare a possedere, a custodire, un oggetto bello e fisico, che non potrà mai essere sostituito, e che nessun mp3 potrà mai sostituire. Per me, almeno.

Stefania: credi che anche le nuove generazioni possano capire questo attaccamento all’oggetto?

Steven Wilson: no, non capiscono, ma potrebbero capire. Una cosa interessante è scoprire quanti ragazzi giovani stiano iniziando ad interessarsi al vinile. Molta gente compra i miei vinili, e non sono tutti vecchi hippy – non intendo te (Stefania), anche se ti guardavo, mi riferivo a me stesso – ci sono un sacco di ragazzini che comprano i miei lavori su vinili, e evidentemente apprezzano la tangibilità e l’estetica di un bel prodotto fisico. Quindi quando parli delle alternative, e rendi note le alternative alla gente, è questo quello che devi fare: devi come tirare su uno specchio davanti alle masse: non puoi dire alla gente cosa pensare, cosa comprare, a cosa interessarsi, ma puoi alzare uno specchio e dire “questo è il modo in cui io vedo la cosa. Tu come la vedi?”. E ci sono ragazzi che si interessano ai vinili anche se hai ragione, questa potrebbe essere la prima generazione di bambini che non sanno cosa sia un disco – ed è una cosa che mi spaventa.

Eugenio: i ragazzi di oggi non conoscono neanche la fotografia analogica

Steven Wilson: no, anzi, credono sia una cosa bizzarra. Ma se ti ci metti e prendi il tuo tempo per spiegare loro cosa c’è di speciale e i lati migliori che ha, spesso capiscono. Almeno, credo che capiscano.

Eugenio: ok, andiamo avanti. Perché non hai messo i testi nel tuo ultimo lavoro? Sappiamo che anche in Deadwing non c’erano i testi delle canzoni.

Steven Wilson: no, in Deadwing in realtà c’erano ma erano piuttosto difficili da leggere perché erano tutte confuse e scritte strane.. ma la differenza è che in Insurgentes i testi non saranno neanche pubblicati in Internet, non li pubblicherò in ogni caso.

Stefania: ma perché? Non è giusto!

Steven Wilson: perché dici che non è giusto?

Stefania: perché così i madrelingua inglesi così potranno capire quello che dici senza problemi , mentre gli stranieri non potranno.

Steven Wilson: no, neanche i madrelingua potranno, sarete stupiti dal numero di inglesi che mi chiederanno i testi. In questo lavoro più che in ogni altro che io abbia mai fatto non bisogna far l’errore di dividere i testi dalla musica, sono parte della “fabbrica della musica”. A differenza dei testi di Deadwing o Fear of a Blank Planet, qui non bisognava considerare i testi da soli, senza musica, perché non sono necessariamente significativi di per sé. Sono astratti, per la maggior parte improvvisati, io stesso non mi ricordo certe cose che ho cantato. Credete che io stia scherzando, ma non è vero. Riascolto le tracce in questi giorni e penso “cosa diavolo stavo cantando qui?”, e non capisco

Stefania: non capisci te stesso!

Steven Wilson: già, non capisco me stesso. E non ricordo quello che ho cantato, perché era tutto improvvisato sul momento. A volte invece sento i testi e mi dico “questa è una bella immagine”, ma non so da dove provenga. E sarebbe piuttosto difficile per me scrivere adesso i testi dell’album, perché non ricordo.

Stefania: quindi improvvisavi nello studio, mentre registravi, come un flusso di coscienza?

Steven Wilson: sì, improvvisavo, e, come prevedibile, a volte certe cose facevano schifo, quindi tornavo indietro cancellavo e rifacevo. E rifacevo sempre cantando quello che mi veniva in mente finché non mi dicevo “c’è un interessante correlazione di parole in questa frase”, ma per me era più che altro un lavoro sui suoni delle parole, sulle loro forme, non sul loro nudo significato. E proprio per questo non pubblicherò i testi, nemmeno su internet: non voglio che la gente legga i testi, voglio che li considerino parte della musica.

Eugenio: è interessante che anche gli Opeth, per la prima volta con l’ultimo album non abbiano pubblicato i loro testi.

Steven Wilson: davvero? Non lo sapevo. Bhè, credo comunque che si possano trovare facilmente su internet. Le grandi menti pensano allo stesso modo!

Eugenio: il trailer da diciotto minuti nell’edizione speciale di Insurgentes è parte di un film più lungo?

Steven Wilson: sì, è un pezzo di un full-length movie speriamo, che è ancora in fase di lavorazione.

Eugenio: e dovrebbe venire alla luce prima del film di Deadwing..

Steven Wilson: sì, ho in un qualche modo imparato dai miei errori con Deadwing, perché in quel caso avevo scritto una sceneggiatura e volevo davvero che potesse diventare un film, ma avrebbe richiesto un sacco di soldi, degli attori professionisti, una crew, una compagnia produttrice.. questa volta invece ho detto “facciamo un film, ma uno che non richieda soldi né attori. Facciamo un film in cui il soggetto sono io, io che viaggio, io che registro questo disco, un po’ come un road movie”, ed è una cosa che è successa, e non una cosa che speravo potesse succedere.

Stefania: quindi Deadwing è in fase di stallo? Congelato?

Steven Wilson: no, anzi, cerchiamo sempre persone che vogliano leggere lo script, cerchiamo di farlo vedere alle persone, e ci sono molti interessati, ma è parecchio difficile trovare qualcuno a cui commissionare il tutto. Non è un film incredibilmente dispendioso, ma anche facendolo per spender poco si tratterebbe di un milione o due milioni di dollari, ed è difficile trovare qualcuno disposto a dare in mano quella somma a chi non ha mai fatto un film prima d’ora. È difficile, ma ci stiamo provando.

Stefania: e Mike Bennion, sarà anche lui nel progetto?

Steven Wilson: certo! Sarà il regista. L’avevamo scritto apposta perché Mike dirigesse i lavori, perché è dell’ambiente, ha diretto un sacco di pubblicità e di video..

Stefania: ma quindi non ha dei contatti?

Steven Wilson: sì, ce li ha, ma è difficile.. è anche difficile trovare qualcuno che davvero si segga e legga tutta la sceneggiatura.

Gianluca: bhè, in realtà io l’ho fatto. Stavo cercando di tradurla in italiano.

Steven Wilson: Bello!

Steven Wilson: comunque, quello che intendo è che è difficile far sedere e far leggere la sceneggiatura a uno che lavora nell’industria cinematografica, perché è uno script di due autori sconosciuti: è come essere una band emergente che cerca qualcuno dell’industria musicale che ascolti la sua demo. Per me è un po’ come essere tornato alle origini. Ma ci proviamo, perseveriamo. Dico, avrò scritto la sceneggiatura anche per divertimento, ma di sicuro non a tempo perso

Stefania: Abbiamo appena visto il video di Harmony Korine, ci è parso piuttosto oscuro ed inquietante, puoi dirci se c’è un concept dietro?

Steven Wilsonil concept è: attingiamo a piene mani da tutti i nostri film surrealisti preferiti e mettiamoli in un video pop! Ci sono riferimenti ai lavori di Buñuel, per esempio “Un Chien Andalou” del 1929 fatto con Salvador Dali “Judex” di Georges Franju (in Italia “L’uomo in nero” 1963), dal quale abbiamo preso le maschere da uccello. Praticamente tutto quello che si vede in quel video è rubato da un film surrealista europeo.

Stefania: Quindi dobbiamo cercare degli indizi e poi recuperare questi film..

Steven Wilson: Sì, per esempio la scena finale in cui gli uccelli sono sepolti nella sabbia è tratta da “Un Chien Andalou”, è la scena finale anche nel film. Sia io che Lasse amiamo questo genere di film e ne traiamo parecchia ispirazione. Qualsiasi cosa contorta, pervertita, malata, surreale, oscura… La adoriamo! Non so perchè, ma è così. Lo potete sentire anche nella musica, che chiaramente va in quella direzione.

Stefania: ci sei anche tu nel video?

Steven Wilson: sì sì, ci sono… sono una delle star!

Stefania: chissà sotto quale maschera ti sei nascosto! A proposito, a cosa si riferiscono le maschere antigas?

Steven Wilson: hmmmm sinceramente non lo so, forse lo sa Lasse.. o forse è stata una mia idea ma non mi ricordo come mi sia venuta.. Anzi no aspetta! Adesso ricordo! Ecco.. L’idea è partita dall’album solista, e secondo il cliché dovresti avere una foto molto glamour dell’artista da mettere sulla copertina giusto? Quindi ho pensato: non sarebbe grandioso sovvertire questa idea? Sarò sì sulla copertina ma non vedrete la mia faccia. E per così dire ci metteremo una sorta di perversione di questo cliché. E quindi ci è venuta l’idea della maschera antigas perché in qualche modo è la maschera più inquietante di tutte.. E poi Lasse ha deciso di comprarne una decina su ebay e le abbiamo utilizzate anche nel video!

Stefaniae adesso saranno in qualche baule insieme alle teste pennute?!

Steven Wilson: sì quelle sono state fatte da un modellista greco il quale le ha copiate esattamente dal film di Franju. Se vi capita di vederlo (anzi potete anche cercare il clip su youtube, si chiama Judex) vi accorgerete che le teste sono identiche, ha fatto davvero un lavoro straordinario.

Stefaniae quali sono le location del video?

Steven Wilson: ci siamo divisi tra Londra, altre parti dell’Inghilterra e la Danimarca, dove Lasse ha filmato delle parti senza di me.

Stefania: parliamo adesso della ‘controversia’ riguardo la limited edition del tuo album. Hai anche postato un blog sul tuo myspace chiedendo ai tuoi fans se fosse il caso di ristamparla a beneficio di coloro che non avevano fatto in tempo a procurarsela.. Cosa hai deciso?

Steven Wilson: ho deciso di non ristamparla. Mi sono trovato in una situazione senza via di uscita. Quando ho messo in vendita l’edizione limitata tutti si sono lamentati per il prezzo troppo alto, hanno detto che volevano solo la musica ecc ecc. E quella gente adesso sta vendendo la sua copia su ebay per qualcosa come 500 dollari. Tutti hanno pensato che li stessi fregando ma questa affermazione è lontanissima dalla verità, infatti ho perso dei soldi per produrre l’edizione limitata, non avete idea di quanto mi sia costata.. Comunque, per farla breve, nonostante le lamentele, è andata sold-out piuttosto in fretta, nonostante le 4000 copie stampate. Il problema, come penso possiate capire, è che questo era il mio primo album solista e non avevo nessun metro di paragone, nessun precedente sul quale basarmi per decidere quante copie stampare. E dato il costo elevato non potevo permettermi di stamparne 10.000 e poi venderne solo 4000, avrei seriamente rischiato di perdere la casa se avessi fatto un investimento del genere! Quindi ho dovuto optare per un numero realistico e ho deciso di farne 4000.. Per come stanno le cose adesso, forse avrei potuto venderne 10.000 ma non lo sapevo. Ho pensato di ristamparle perché ero chiaramente seccato da quelle persone che avevano evidentemente comprato più copie per rivenderle. Abbiamo cercato di evitarlo in tutti i modi, abbiamo filtrato ogni mail, ma la gente trova sempre un modo, basta chiedere ad un amico, farsi diversi account di posta.. Mi ha dato profondamente fastidio vedere che certa gente, la quale aveva appunto comprato più di una copia, il giorno dopo il sold-out le ha messe su ebay per cifre assurde.. Ho pensato: siete delle merde! Per cui da lì è venuta l’idea di ristamparla, ma poi abbiamo pensato di agire diversamente e di mettere a disposizione la versione mp3 prima dell’uscita commerciale in modo che la gente, tramite il pre-ordine, non dovesse aspettare altri 4 mesi per sentire i brani. Questo è stato il compromesso.. Certo, mancano le bonus tracks, ma non è poi così difficile reperirle in rete se proprio si vuole, diciamolo! Alla fine volevo che l’edizione speciale lo fosse davvero e non mi è sembrato giusto sminuire il suo valore con una ristampa.

Stefania: sei pronto ad affrontare i fans contrariati non appena ti rimetterai in tour?!

Steven Wilson: sì, potrebbero avere qualcosa da ridire, ma so per esperienza che questi risentimenti svaniscono presto. Come la questione del prezzo, dopo il malcontento iniziale tutti si sono calmati, presumibilmente dopo aver visto cosa gli è arrivato tra mani! Credo che nessuno si aspettasse quel tipo di prodotto, non avevano ben capito cosa stavano acquistando e una volta visto l’oggetto, hanno capito che valeva tutti i soldi spesi! Ma ora la gente in rete si sta ancora lamentando per la questione della Deluxe Edition?. Perchè io non leggo i forum..

Evaristo : personalmente, sono contento che non hai ristampato la Deluxe Edition

Steven Wilson: certo tu hai la tua copia..

Evaristo: per quanto riguarda gli altri che non sono riusciti ad acquistarla, sono sicuro che quando uscirà il CD compreranno quello, solo su MySpace c’è stata inizialmente questa discussione, ora non più, sul nostro forum, ad esempio non è mai nata.

Steven Wilson: si di solito sono sempre una decina di persone ad alzare la voce e a lamentarsi di tutto, dando l’impressione che ci sia una ‘rivolta popolare’! Hanno da ridire sul download, sull’artwork, sulla scelta del singolo sbagliato -(si scalda un po’!)

Stefania: devono aver gridato abbastanza forte se ti sei sentito in dovere di scrivere un blog sul myspace,

Steven Wilson: l’ho fatto solo relativamente alla questione delle vendite su ebay, la gente che si lamenta sempre può anche fottersi! So che può sembrare sdolcinato ma non mi piace che i miei fans vengano fregati, anche se hanno pensato che li stessi fregando io, vendendo il disco a 34£.. Ma adesso c’è gente che lo vende a 340£ e la cosa mi disturba.. Non perché non ci guadagno niente, ma perché chi non ha avuto modo di acquistarlo subito rischia di rimetterci troppo.

Stefania: comunque è la stessa cosa con le prime edizioni dei PT, su ebay vanno via per cifre incredibili… Hai creato un mostro!

Steven Wilson: lo so! Non l’avrei mai immaginato! Il guaio è che quando si tratta di confezioni particolari sei costretto a fare delle edizioni limitate, non è pratico farne troppe perché costano veramente troppo e se ne stampi 4000 poi non puoi farne altre 500 a seconda della richiesta, devi per forza farne altre 4000 e diventa rischioso. Il motivo per cui faccio questo tipo di edizioni è perché mi piacciono, io stesso amo collezionarle, per esempio il disco box dei Radiohead, o le edizioni speciali dei NIN, sono anche andato a comprarmi l’edizione speciale dei Sigur Ròs a 250$! Quindi io per primo sono il tipo di persona che compra questo genere di cose. E non mi lamento del prezzo, per me è come acquistare un’opera d’arte. Quanto costerebbe comprare un bel dipinto? Per me acquistare l’edizione limitata di un artista che amo equivale a comprare un dipinto. Sicuramente non riuscirò mai a soddisfare tutti, ma in fin dei conti devo principalmente pensare a rendere felice una persona: me stesso. Questo vuol dire essere un artista, altrimenti sei un intrattenitore e io non lo sono, mi spiace.

Gianluca: e puoi dirci qualcosa sulla ristampa di Recordings?

Steven Wilson: bella domanda! È nella mia lista di cose da fare, ed è una lista piuttosto lunga.

Gianluca: e puoi dirci la posizione che occupa nella lista?

Steven Wilson: direi che non quest’anno, ma per l’anno prossimo, il 2010, dovrei farcela.

Stefania: guarda che è registrato, ora è una promessa! [ridiamo]

Steven Wilson: no, io non prometto niente, dico solo che per l’anno prossimo è probabile che si possa ristampare. Penso che faremo prima il nostro studio album coi Porcupine Tree, e poi ristamperemo Recordings.

Stefania: Parlando dei musicisti che hanno collaborato con te sull’album, li hai scelti sulla base di affinità o diversità rispetto al tuo modo di fare musica?

Steven Wilson: non ho neanche lontanamente fatto un discorso di così alto livello, sostanzialmente ho invitato i miei amici, li ho scelti perché mi piace quello che fanno, come suonano, e perché siamo in buoni rapporti. È stato bello poter collaborare con gente che conosco da anni, gente che ammiro molto come musicisti ma con i quali non ho mai avuto modo di fare nulla. Ovviamente far parte di una band pone dei limiti, non puoi far suonare chi ti pare su un disco.. Ma con un album solista mi sono per così dire liberato da questi impedimenti e ho potuto finalmente scegliere con chi collaborare. Quindi sono entrati in campo Michiyo Yagi, una musicista eccezionale; Jordan, un pianista incredibile – è cosa risaputa che non sono un gran fan dei Dream Theater, ma sentirlo suonare il piano è qualcosa di strabiliante, per cui l’ho chiamato e gli ho detto: devi solo suonare il piano, niente tastiere o synth, niente di complicato! Quindi sì è stato fantastico avere l’opportunità unica di fare qualcosa con questi musicisti.. Questi amici.

Fabio: e comunque c’è Gavin alla batteria!

Steven Wilson: sfortunat… cioè, fortunatamente Gavin è un batterista talmente bravo che l’idea di cercare un altro batterista non mi è neppure passata per la testa! Conosco altri bravi batteristi ma Gavin è semplicemente il migliore. Credo sia uno dei 5 migliori batteristi al mondo. Ed è così facile lavorare con lui perché è capace di suonare tanti stili differenti, in alcuni pezzi su questo album non sembra neppure lui, si trattiene.. Anche a lui ho detto di non suonare nulla di troppo elaborato, ma le sensazioni che trasmette sono ottime.

Stefania: quindi hai preso tutti questi musicisti geniali e gli hai detto di non strafare?!

Steven Wilson: esatto! Ma questo è proprio ciò che i geni sono in grado di fare! Per me essere un genio musicale non ha nulla a che fare col mettersi in mostra, anzi, si tratta di trasmettere qualcosa. C’è un’affermazione famosa di Keith Jarret mi sembra, ha detto: il suono più bello è il silenzio. Sostanzialmente quello che intende dire è che i migliori musicisti sono quelli che lasciano spazio agli altri, che non sottolineano le ovvietà. Credo che Miles Davis sia un altro esempio, non è un genio da un punto di vista tecnico ma è ugualmente bravissimo.. David Gilmour! Suona praticamente 3 note nel lasso di tempo in cui John Petrucci ne suona 1000, ma quelle tre note mi spezzano il cuore mentre le mille note di Petrucci mi entrano da un orecchio ed escono dall’altro. Non hanno alcun impatto emotivo.. Per cui ritengo che l’aspetto rilevante dei geni musicali sia il poter chiedere loro di suonare cose molto semplici e loro saranno in grado di farlo mantenendo un’incredibile carica emotiva.

Gianluca: ci piacerebbe sentire qualcosa riguardo al nuovo album dei Porcupine Tree, che dovrebbe uscire alla fine di quest’anno [The Incident], soprattutto perché abbiamo letto in internet che ci sarà un ciclo di canzoni da trentacinque minuti

Steven Wilson: bhè, è diventato di cinquantacinque, è cresciuto.

Gianluca: ma quindi è una sola canzone, o sono varie canzoni collegate dallo stesso oggetto?

Steven Wilson: sono molte canzoni, tutte collegate, come un fluire continuo di musica; si può dire che molti album sono collegati tra una canzone e l’altra, ma credo di aver sorpassato questo livello: la musica è continua.

Gianluca: quindi è un concept di musica, e non di testi

Steven Wilson: già, i testi riguardano vari argomenti, la musica è come un viaggio.

Evaristo: e con Bass Communion sarà possibile fare altre date? Non sono riuscito a venire al vostro ultimo concerto, ma so che è stata una serata speciale.

Steven Wilson: sì, c’era una bella atmosfera quella sera. Ma adesso sto lavorando per creare qualcosa di visivamente bello da proiettare durante i miei show: quella sera ero solo io con un PC portatile, era piuttosto noioso da guardare. Pensavo di fare qualcosa con Lasse, film, proiezioni…sicuramente comunque ricapiterà: è stato divertente.

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