PORCUPINE TREE – PIAZZA DUOMO, PISTOIA (14/06/2010)

14/06/2010 – Piazza Duomo, Pistoia

Risulta davvero difficile trasmettere o riportare in una recensione tutte le emozioni che si vivono in un live dei Porcupine Tree, basterà vederli una volta per capire cosa ci si è persi finora.
Porcupine Tree Setlist Pistoia Blues Festival 2010 2010, The Incident
porcupine tree pistoia 2010

In un caldo Mercoledì 14 Luglio 2010, nella bellissima piazza del Duomo di Pistoia, ha inizio l’ormai leggendario Pistoia Blues Festival, giunto alla sua trentunesima edizione. La cornice attorno al palco è davvero suggestiva: il Duomo, il campanile e gli antichi palazzi rendono la location unica ed esclusiva, sicuramente apprezzata dalle band.

Aprono le danze gli Astra, una band americana con un repertorio psichedelico incredibilmente ispirati ai primi Porcupine Tree. La loro musica è davvero buona e gradevole, con il batterista che sembra Chris Maitland, il primo batterista dei Porcupine Tree, un po’ per il modo e lo stile di suonare, un po’ per la capigliatura. Un peccato quando sono stati bruscamente interrotti per far rispettare i tempi. I secondi a salire sul palco sono i già più affermati Nord Atlantic Oscillation, band distribuita da KScope che propone un rock più melodico che, scandito da due telecaster, ricorda un po’ lo stile degli Oceansize o i più conosciuti Radiohead.

La terza band a seguire non ha certo bisogno di presentazioni. Molti fan sono qui non solo per i Porcupine Tree, ma anche per gli Anathema, che dopo il successo del loro ultimo album We’re Here Because We’re Here portano al Pistoia Blues i loro nuovi fantastici pezzi e i loro vecchi successi. La band è costituita principalmente dall’unione di due famiglie, i fratelli Vincent, Daniel e Jamie Cavanagh, accanto agli amici d’infanzia John Douglas e sua sorella Lee, più Les Smith.

È quindi il momento che tutti aspettavamo. La piazza è gremita, per quanto le gradinate non siano al completo, e l’accoglienza per i PT a PT è la stessa dei tifosi allo stadio. Era dal 7 Novembre 2009 che mancavano da nostro paese, li avevamo lasciati a Padova, dopo ben quattro date nel nostro paese. Dalle scalette dei festival precedenti sapevamo più o meno cosa aspettarci dallo spettacolo, che tuttavia risulterà stupefacente.

I primi brani sono tratti dall’album The Incident, da ‘Occam’s Razor’ a ‘Drawing the Line’, a cui seguono la bellissima ‘Lazarus’, in cui Steven fa interagire anche il pubblico che risponde con grade partecipazione, nonostante il caldo intenso. Con ‘Hatesong’ l’interazione tra fans e band è ancora più presente: probabilmente nessuno si aspettava il compatto boato di urla nato in maniera spontanea nella parte strumentale del brano, in particolare nel silenzio del fraseggio tra il distorto della chitarra e la batteria, davvero una bella emozione. A seguire tastiere di Richard introducono ora l’ormai celebre medley tra la prima parte di ‘Russia on Ice’ e la parte centrale di ‘Anesthetize’, chiamata ‘The Pills I’ve Been Taking’. Una delle emozioni più grandi, almeno per i vecchi fan, è riascoltare ‘Dark Matter’ brano tratto dall’album Signify.

Dal leggero rilassamento causato dalla materia oscura si torna a saltare di nuovo con ‘Blackest Eyes’, brano tratto da In Absentia, per poi passare di nuovo al ciclo di The Incident cominciando da ‘Time Flies’. Infine, dopo essersi consultato su quanti brani eseguire nell’encore, il quintetto esegue ‘Bonnie The Cat’, accompagnata dal nuovissimo video, con il basso di Colin davvero coinvolgente. Per concludere, ecco la ciliegina sulla torta ‘Trains’, brano ideale per chiudere un concerto stupendo avvolto oltre che dal caldo meteorologico, anche dal calore di un pubblico davvero presente, compatto e partecipe.

C’è tempo di presentare la band e per un piccolo teatrino di Gavin, sempre più mago non solo della batteria, che sotto gli sguardi attenti di tutti, fa sparire un fazzoletto da sotto il naso. Risulta davvero difficile trasmettere o riportare in una recensione tutte le emozioni che si vivono in un live dei Porcupine Tree, basterà vederli una volta per capire cosa ci si è persi finora.

Recensione di Evaristo Salvi