STEVEN WILSON – CORN EXCHANGE, CAMBRIDGE (12/03/2015)

12/03/2015 – Corn Exchange, Cambridge

Proprio come recita il biglietto ieri sera ho avuto l’enorme piacere di passare il mio quarto “Evening with Steven Wilson” questa volta al Corn Exchange di Cambridge, città dove attualmente vivo.
Steven Wilson Setlist Cambridge Corn Exchange, Cambridge, England 2015, Hand. Cannot. Erase.
steven wilson UK tour 2015

Proprio come recita il biglietto ieri sera ho avuto l’enorme piacere di passare il mio quarto “Evening with Steven Wilson”, questa volta al Corn Exchange di Cambridge, città dove attualmente vivo.


Entrato nel patio della sala concerti, l’atmosfera é tipicamente inglese, con una moltitudine di composti signori e signore inglesi ben vestiti mischiati a metallari dalla lunghe chiome e barbe che sfoggiano le loro magliette di The Raven…, Opeth, Pink Floyd, Rush e chi più ne ha più ne metta. Tutti però sono accomunati dall’immancabile pinta di Ale presa al bar all’ingresso come il sottoscritto del resto. Ed é proprio tra un sorso e un altro col mio compagno di concerti che mi passa accanto il grande Dave Kilminster!!

Dato che nessuno lo fermava per autografi o foto (sempre secondo la tradizione inglese) è stato facile per me approcciarlo per scambiare due chiacchiere.
Gli ho dimostrato la mia stima per prendersi l’enorme briga di sostituire David Gilmour a fianco di Roger Waters nell’ultimo tour di The Wall e per la sua strabiliante interpretazione, in particolare per il solo di ‘Comfortably Numb’, al che lui mi ha ringraziato e mi dice che é venuto a prendersi un’altra briga dato che dovrà sostituire Guthrie nella parte americana del tour.
Ma é l’ora dello show, calano le luci e partono le immancabili immagini di Lasse Hoile sullo sfondo, ovviamente sui temi dell’ultimo album con quei palazzi grigi, la città affollata e la protagonista sempre rigorosamente depressissima. Interessante la primissima parte del video dove Lasse ritrae due corvi con i palazzi di Hand.Cannot.Erase. sullo sfondo, chiara citazione a The Raven…


La band non si fa aspettare più di tanto, cinque minuti di video e fa il suo ingresso Adam che accolto dagli applausi del pubblico intona al piano ‘First Regret’ raggiunto poi da tutti gli altri per ‘3 Years Older’. Si nota subito un’assenza importante, quella di Theo Travis, già poco presente sull’album ma non mi aspettavo completamente assente nel tour. Al termine del brano Steven saluta il pubblico confessando la sua eccitazione per il primo show del tour e annuncia che suoneranno l’intero nuovo album “…spero vi piaccia” dice. Il set prosegue con la title-track ‘Hand Cannot Erase’, il pezzo più pop dell’album da cantare a squarciagola (nonostante fossi l’unico in sala) al quale segue la malinconica ‘Perfect Life’.

Steven torna a parlare al pubblico introducendo il prossimo pezzo e mostrando il suo dispiacere per l’assenza di Ninet Tayeb, voce femminile dell’album, a causa della sua recente maternità. “Avevamo alcune opzioni su come sostituire Ninet: potevamo evitare di suonare la canzone, potevamo far operare Nick in modo da fargli raggiungere tonalità femminili oppure potevamo suonare la sua voce registrata durante il brano. Siamo stati costretti mio malgrado a scegliere l’ultima opzione…” E così parte ‘Routine’ accompagnata dalle immagini di Jess Cope, già autrice dei video di ‘Drag Ropes’, ‘The Raven That Refused To Sing’ e ‘Drive Home’ che lascia presagire sarà il prossimo singolo estratto e videoclip. A fine canzone Steven ringrazia appunto l’autrice del video, presente nel pubblico, che sta ancora lavorando agli ultimi ritocchi.

La successione di brani di Hand.Cannot.Erase. viene interrotta da un’inaspettata nuova versione di ‘Index’ ancora più oscura della precedente e di una potenza che fa tremare il teatro. Steven canta la prima strofa con voce cupa accompagnato solo dall’immancabile mellotron e cambiando le immagini alle sue spalle schioccando le dita.

Seguono la proggosissima ‘Home Invasion’ e ‘Regret #9’ con aggiunta di un “lonely swede” sul finale da parte dell’incredibile Guthrie.
A questo punto Steven spiazza tutti introducendo “…una delle poche canzoni sotto i 4 minuti….5…..facciamo 6 che abbia mai scritto”. Imbraccia la sua Babicz e intona ‘Lazarus’ accolta con grande affetto dal pubblico.

Dopo la parentesi porcospina si susseguono l’immancabile ‘Harmony Korine’ e l’epica ‘Ancestral’ con aggiunta di un fenomenale assolo di Adam. Dopo ‘Happy Returns’ cala il telo sul quale vengono proiettate le immagini che introducono a ‘The Watchmaker’ durante la quale sento per la prima volta Guthrie fare un piccolo errore di coordinazione con Marco, nulla di grave comunque. L’assolo sul finale di Theo viene sostituito da un altro assolo di Adam in gran spolvero per la serata. Arriva un secondo pezzo dei Porcupine Tree, la rockettara ‘Sleep Together’, supportata dal chapman stick di Nick che fa letteralmente tremare il pavimento. Potentissima.

Dopo aver lasciato il palco per pochi minuti tornano e concludono con ‘The Raven That Refused To Sing’. Non c’é spazio purtroppo per un’altra sorpresa che penso si aspettassero un po’ tutti, ma la band ci lascia comunque ancora una volta a bocca aperta dopo uno show più lungo del solito e di grande energia.
Particolare nota di merito ad Adam che ha veramente infuocato le tastiere con i suoi assoli e il solito Guthrie scatenato durante l’intero concerto. Le capacità canore di Steven sembrano essere ulteriormente migliorate, ascoltando specialmente le canzoni del nuovo album. Nick é stato il solito showman danzando con suo basso e comunicando continuamente con Marco che purtroppo non ha avuto spazio per un assolo che speravo arrivasse.

A concerto terminato ho avuto l’enorme piacere di conoscere Lasse Hoile, che avevo adocchiato aggirarsi in zona mixer con la sua Nikon, congratulandomi per il fantastico lavoro fatto per la parte grafica dello show, superiore a tutto ciò che abbiamo visto precedentemente.
Steven ha lasciato in tutta fretta il teatro sulla sua Honda Civic rossa, giustificato dalla sua guardia del corpo che ci ha chiesto di non richiedere autografi e foto e lasciarlo andare a causa di un brutto raffreddore che non ha assolutamente intaccato la sua performance.

Recensione di Enrico Ercole