STEVEN WILSON – MUFFATHALLE, MONACO (23/10/2011)

23/10/2011 – Muffathalle, Monaco

In definitiva una garanzia di spettacolo e questa volta Steven ci ha stupito ancora, il concerto è stato davvero ben al di sopra delle mie più positive aspettative, contento di essere lì, certo di aver ben speso i miei soldi e più ricco nello spirito, porterò con me il ricordo di questa esperienza per sempre.
Steven Wilson Setlist Muffathalle, Munich, Germany 2011, Grace For Drowning
steven wilson monaco 2011

In mancanza di date italiane per il tour di Steven Wilson ho scelto, insieme alla mia dolce metà, di assaporare un live del genio nella meravigliosa Munchen. Nel suo primo tour da solista, Steven porta in scena brani dal suo secondo album Grace for Drowning e da Insurgentes, sempre come solista.

Appena entrato nel Muffathalle alle 19.00, mi rendo subito conto di tre cose:

  1. Gli italiani sono davvero tanti!! (Sia perché Monaco era la città del Tour più vicina al nostro paese e anche perché molti connazionali sono espatriati lì);
  2. C’è un telo tra il palco ed il pubblico, come fosse un sipario, su cui vengono proiettate delle immagini di Lasse Hoile;
  3. Le musiche introduttive, molto Bass Communion, sono forse quelle del prossimo album Cenotaph, composto nello stesso periodo di Grace for Drowning? Sì, come confermerà Steven.

    In cuor mio, sento già di aver fatto bene a venire a Monaco e che il lungo viaggio e gli sforzi occorsi, sono già un lontano ricordo.
    Lo show inizia con il brano da Insurgentes, No ‘Twilight Within the Courts of the Sun’, ma il telo divide ancora il pubblico dal palco, dove iniziano a scorrere video dietro e davanti la band, creando un gioco di luci ed ombre davvero suggestivo.

Il secondo brano è di Grace for Drowning, la bella ‘Index’, che è senza dubbio uno dei miei brani preferiti di questo nuovo album. Senza quasi interruzione la band continua con ‘Deform to Form a Star’ e ‘Sectarian’, brano strabiliante da eseguire live, davvero sbalorditivo e ricco di sorprese tanto che ad un tratto del brano il telo cade giù e gli spettatori rimasti finora in un attento silenzio, esplodono tutta la loro gioia in un boato.

Adesso tutto è più chiaro come polvere tolta dagli occhi. Con questa nuova visione più chiara, seguono in rapida successione, i brani ‘Postcard’, ‘Remainder the Black Dog’, ‘Harmony Korine’, ‘Abandoner’, ‘Like Dust I Have Cleared From My Eye’, ‘No Part of Me’, ‘Veneno Para Las Hadas’. I fantastici, oscuri ed occulti video di Lasse Hoile continuano a scorrere incessantemente dietro la band con la sorprendente particolarità di essere davvero in sintonia con i brani. A questo punto Steven avverte che il brano successivo sarà di difficile esecuzione per loro e di difficile ascolto per noi, ed è così che annuncia l’apocalittica ‘Raider II’, il lunghissimo brano che ci riporta indietro nel tempo e ci fa viaggiare con la mente, un brano interminabile e travolgente eseguito in maniera maestrale.

Una pausa è quindi obbligatoria, e dopo pochi minuti i musicisti sono di nuovo alle loro postazioni, per eseguire l’ultimo brano della serata, ‘Get All You Deserve’, da Insurgentes. Verso la fine del brano, con grande stupore di tutti, Steven esce di scena, per rientrarvi con una maschera antigas, davvero teatrale e d’effetto. Terminerà il brano così, con tutte le difficoltà di suonare indossando una maschera antigas, per poi togliersela per i saluti ed i ringraziamenti finali.

Parlando dei musicisti che ha portato in tour con sé, Steven li ha definiti straordinari, ma secondo me di straordinario hanno davvero poco poco: sono semplicemente sbalorditivi!! Nick Bags al basso, stick bass e backing vocals, è un vero e proprio personaggio, con i suoi scuri occhiali da sole, la sua faccia che si comprime ogni volta in un sorriso e i movimenti simili a quelli di un robot. Il batterista Marco Minnemann, davvero all’altezza della situazione, è un mix tra la tecnica di Gavin e lo stile di Chris Maitland. La strepitosa sezione di atmosfere con fiati, flauto e sax, davvero essenziali per questo show per ricreare certe atmosfere, sono opera di Theo Travis (lo conosciamo per le sue collaborazioni agli album dei No-Man). Alle tastiere Adam Holzman; il suo è un compito importante tanto quanto difficile, che svolge alla perfezione. Alla seconda chitarra Aziz Ibrahim: anche il suo è un compito non facile, ma ne esce indenne, dando quel tocco di modernità in più con i led sulle dita e le chitarre fluorescenti. Ai mix c’è il già noto Ian, fedele fonico dei Porcupine Tree, davvero una garanzia. Per tutto il resto c’è Steven, chitarra elettrica, acustica, piano, voce, direzione. Non ha certo bisogno di presentazioni, sappiamo bene com’è dal vivo. Credo che la genialità di questo concerto sia quella di farci rivivere le stesse emozioni dei concerti anni ’70 ma in chiave decisamente moderna. In definitiva una garanzia di spettacolo e questa volta Steven ci ha stupito ancora, il concerto è stato davvero ben al di sopra delle mie più positive aspettative, contento di essere lì, certo di aver ben speso i miei soldi e più ricco nello spirito, porterò con me il ricordo di questa esperienza per sempre.

Recensione di Evaristo Salvi