Interviste a Steven Wilson

Intervista a Milano – 21/07/2011

Grace For Drowning
21 Luglio 2011
A cura di Evaristo Salvi, Stefania Renzetti, Domizia Parri – in collaborazione con Metal.it

English version Below

Trascrizione dell’intervista tenuta per Coma Divine e Metal.it da Steven Wilson a Milano il 21 luglio 2011.

Coma Divine: Grace for Drowning è il tuo progetto finora più ambizioso, quando hai iniziato a svilupparlo e che tipo di evoluzione c’è stata da Insurgentes?

Steven Wilson: La radice di questo album è per me molto diversa da quella di Insurgentes, perché quello è stato un disco molto influenzato dal tipo di musica che si stava sviluppando attorno a me durante la mia adolescenza, ovvero negli anni Ottanta. Per cui Insurgentes è stato ispirato da gruppi come i Joy Division, Cure, Cocteau Twins, My Bloody Valentine, il tutto naturalmente filtrato attraverso la mia “mentalità progressive”; per quello penso che l’album avesse un taglio più alternativo. Questo disco invece è ispirato dalla musica che sono andato a riscoprire, quella di quando ero un ragazzino, sul finire degli anni Sessanta e primi anni Settanta, che poi sono le mie decadi preferite in termini musicali; quindi le sonorità di Grace for Drowning provengono dal momento in cui la musica pop ha iniziato a mutare e a mescolarsi con il jazz e la classica, per creare il genere ormai noto come progressive rock. Questo è un aspetto molto importante perché finché non si è verificato, la musica è stata sempre radicata nel blues e nel R&B; quello che accade con la musica jazz, in particolare quando inizia a diventare parte del rock e del pop, è che i musicisti si liberano dello schema “canzone da tre minuti”, e iniziano ad aspirare a una qualità più alta e a una maggiore dimestichezza con il proprio strumento; alla fine la musica assume una connotazione più spirituale. Tutto questo mi ha colpito durante il mio lavoro di remix dei dischi dei King Crimson, perché ero talmente immerso in quei dischi, così assorbito dalle loro sonorità che la testa mi si è riempita della musica di quel periodo, e quindi nel momento in cui mi sono messo a registrare l’album, quello era esattamente il contesto musicale nel quale mi trovavo. Ecco dunque spiegata la differenza tra Grace for Drowning e Insurgentes: si tratta sostanzialmente di due epoche musicali diverse. Inoltre, un’altra cosa per me importante riguardo a questo disco, della quale non mi sono subito reso conto, è l’importanza che il jazz aveva in passato, e il modo in cui a partire dagli anni Ottanta sia stato quasi cancellato dall’equazione. Se si guarda alle forme più note di musica progressive a partire dagli anni Ottanta, si avrà la musica neo-progressive, il metal prog.. non c’è traccia di jazz in nessuna di queste. È come se fosse la parte dimenticata di ciò che rendeva speciali i primi gruppi progressive. Quindi in un certo senso, volevo riprendere quell’aspetto jazz dimenticato.

Coma Divine: E ci sei perfettamente riuscito.

Steven Wilson: Lo spero. È un disco progressive, ma si tratta di un progressive rock che ha riabbracciato il jazz in quanto parte fondamentale dell’insieme; e penso che la combinazione di musica rock e jazz sia bellissima, adoro le sonorità dei miei tempi.

Coma Divine: Praticamente fluttua tra il jazz e il prog, non ci sono dei pezzi propriamente orecchiabili. E penso che i fan della musica metal, stile Opeth, rimarranno shockati!

Steven Wilson: Beh anche gli Opeth hanno fatto un disco così, quindi i loro fan rimarranno sorpresi. È buffo perché sia io che Mikael siamo arrivati alla stessa conclusione; lui ha appena fatto un disco che volta totalmente le spalle alla musica metal, non credo che i fan si rendano conto di quanto si sia distaccato dal quel genere, ma d’altra parte lo dice lui stesso da qualche tempo. Non credo che i fan lo abbiano accettato, ma saranno costretti a farlo quando ascolteranno il disco. Abbiamo entrambi utilizzato la stessa ‘tavolozza sonora’, che attinge più alle tastiere che alle chitarre, in un certo senso, pianoforte, piano elettrico, hammond, organo, mellotron, cori, fiati, clarinetti, sassofoni, flauti, in pratica la sensibilità jazz.. c’è tutto questo anche nel nuovo disco degli Opeth. Per cui non sono il solo, credo ci sia la voglia di tornare a quegli anni d’oro della musica.

Coma Divine: Quando ho saputo che l’album sarebbe stato un doppio, o meglio, due dischi in uno, ho pensato a Ummagumma, che magari non è il paragone più adatto; però anche questo disco è un viaggio sonoro, in particolare con pezzi come la suite Raider II e i vari brani strumentali. Tu come la vedi?

Steven Wilson: Penso che tutti i miei dischi abbiano una cosa in comune, ovvero sono concepiti per essere un viaggio in musica, una linea temporale musicale, un’esperienza musicale. Non sono il tipo di persona che mette insieme dieci pezzi, penso sempre a come possono scorrere, al fluire dell’intero lavoro e l’impatto che i singoli brani possono avere una volta messi uno di seguito all’altro sull’album. Per cui non metti una ballad accanto ad un’altra ballad, ma questi semplici concetti, quasi ovvi, non sembrano più preoccupare la maggior parte della gente. Ed è per questo motivo che non trovo interessante la maggior parte della musica contemporanea, non offre questa sensazione di viaggio che avevano i grandi album degli anni Settanta. Quindi alla fine mi sono trovato con oltre 85 minuti di musica, quasi due ore di fatto, e parte di questo materiale sarà solo sulla special edition. Ma gli 85 minuti di musica che ho scelto per l’edizione normale di Grace for Drowning non volevo presentarli su un unico CD di lunga durata, penso che sarebbe stato troppo stancante. Per cui ho deciso di fare due CD di circa 40 minuti l’uno, perché credo fermamente che quella sia la durata ideale di un disco. Secondo me questo è anche il motivo per cui tanti album classici risalgono al periodo del vinile e non a quello del CD. Credo sia perché la soglia di attenzione della maggior parte delle persone sia di circa 40 minuti, anche se quando si tratta della musica più bella mai sentita, dopo 40 minuti si inizia a perdere la concentrazione. E in particolar modo, se la musica è abbastanza intensa, se non è musica semplice, richiede dell’impegno. Quindi sarebbe stato troppo chiedere a chiunque di mettersi ad ascoltare il mio disco per 80 minuti di fila, motivo per cui mi è venuta l’idea dei due album separati. In pratica sto dicendo alla gente: “Non ascoltateli entrambi di seguito, perché è veramente troppo”. C’è troppo materiale!

Coma Divine: Il tuo lavoro di remix degli album dei King Crimson ha influenzato questo album…

Steven Wilson: Sì.

Coma Divine: Sei stato anche ispirato da altre espressioni artistiche, come dei film o libri..?

Steven Wilson: Sì, per me il cinema è stato sempre stato tanto importante quanto la musica in termini di ispirazione, perché quando compongo penso sempre a delle immagini da associare alla musica. Ed è per questo che tanti pezzi finiscono con l’essere trasformati in film da Lasse Hoile, infatti appena finisco di scrivere un nuovo brano lo mando a Lasse e gli dico “ecco una nuova canzone, che tipo di immagini ti fa venire in mente?” e da lì iniziamo a confrontare le nostre idee tra suoni e musica.. Voglio dire, per molte la mia musica è sempre stata associata al cinema, mi è stato detto spesso che sarebbe adatta per una colonna sonora, e sono d’accordo, ma sfortunatamente non mi è mai stato chiesto..

Coma Divine: Beh, hai fatto il documentario di Insurgentes.

Steven Wilson: Sì, a parte quello. Ma voglio dire, mi piacerebbe fare la colonna sonora di un film di un grande registra e purtroppo non è ancora capitato, ma ho sempre pensato ai miei dischi come a dei film. Le canzoni sono come delle scene. Molta gente scrive musica buttando giù una canzone, poi un’altra che è praticamente una variazione della prima e poi ancora una che richiama le prime due e così mettono insieme un disco. Per quello sarebbe come un film in cui i protagonisti hanno sempre le stesse emozioni, tipo sono felici per tutta la durata del film, e non è molto interessante, no? Non è drammatico. Un grande film è fatto di contrasti tra le scene, in un dato momento i protagonisti sono felici, poi succede qualcosa di tragico e si sentono molto tristi e poi si arrabbiano e così via.. questo è il modo in cui concepisco la musica ed il modo in cui sono strutturati i miei dischi. C’è della tristezza, seguita dalla depressione, dalla rabbia.. ma d’altra parte la vita è così! Non abbiamo sempre lo stesso umore. È per questo che tanta musica moderna mi annoia, perché sembra trasmettere sempre un’unica emozione.

Coma Divine: Prima ci hai parlato della decisione di fare due dischi separati. “Deform to from a Star” e “Like Dust I have Cleared from my eye” invece di un unico, lungo album, c’è però un concept che li collega o si tratta proprio di due entità separate?

Steven Wilson: No, non proprio. Intendi dal punto di vista dei testi?

Coma Divine: Sì, anche..

Steven Wilson: No. La storia è nella musica, nel modo in cui fluisce. I testi sono.. parlano di cose di cui ho già scritto in passato, tipo.. i serial killer, la rottura di una relazione, e c’è un brano sulla depressione, “Remainder the Black Dog”, insomma tutte tematiche che ho già trattato.

Coma Divine: Quindi non c’è un vero filo conduttore..

Steven Wilson: Non da un punto di vista narrativo. Penso che questo album sia totalmente incentrato sulla musica, per quanto mi riguarda. Ho lavorato duramente sui testi, non sto dicendo di non esserne fiero, perché lo sono, ma questa volta non ho cercato di dare una tematica al disco.

Coma Divine: In ogni caso sembra esserci molta più musica, rispetto alle parole!

Steven Wilson: Sì infatti, è prevalentemente un lavoro strumentale.

Coma Divine: Hai coinvolto alcuni ospiti davvero interessanti, come Nic France, Steve Hackett, Robert Fripp.. ci sono tutti?

Steven Wilson: Beh, posso darvi la formazione completa: i batteristi sono Nic France and Pat Mastellotto, i bassisti sono Tony Levin, Trey Gunn e Nick Beggs, i chitarristi siamo io, Steve Hackett, un tipo di nome Mike Outram che ha anche suonato la chitarra da jazzista. Forse c’è anche Robert Fripp, non ve lo dico (ride), forse ha partecipato, o forse no. I tastieristi siamo io e Jordan Rudess, che fa tutte le cose complicate al pianoforte, e Theo Travis ai flauti, sassofoni e ai legni.

Coma Divine: Sono stati dei semplici session o li hai coinvolti nella stesura dei pezzi?

Steven Wilson: Entrambe le cose. Non avrei mai usato dei musicisti senza idee proprie e naturalmente il nocciolo della questione era quello di ricreare l’atmosfera jazz nella quale i musicisti trasmettono spontaneamente i loro sentimenti e le loro emozioni; quello era il mio obiettivo. Poi successivamente editavo le mie parti preferite, ma non troppo, perché non volevo che fosse perfetto.. volevo lasciare qualche imprecisione – no imprecisioni, è la parola sbagliata, perché non avrei lasciato nulla che non mi avesse pienamente soddisfatto, ma non volevo che suonasse troppo pulito e perfetto. Sul disco c’è un pezzo intitolato “Deform to Form a Star”, e l’idea dietro quel titolo è che la perfezione è di fatto noiosa, e tanta musica moderna è talmente perfetta, è perfettamente intonata, perfettamente ritmata, tutto è editato alla perfezione, ma alla fine non rimane niente, non c’è più musica. E l’idea è che per rendere speciale qualcosa, questa deve avere qualche piccolo difetto. È come per le super modelle: non sono poi tanto sexy, sono troppo perfette. Una donna senza qualche difetto non è attraente. Penso che questa idea possa essere applicata a qualsiasi cosa, e in particolare alla musica. Pensate ai dischi dei Beatles, sono stonati, fuori tempo, il batterista accelera, rallenta, il pianoforte non è accordato con la chitarra.. ma sono dei dischi fantastici, perché sono veri. Penso di aver cercato di ritrovare quegli aspetti, con questo disco.

Coma Divine: Ci sarà anche un’edizione Deluxe di Grace for Drowning così come per Insurgentes? Che tipo di release possiamo aspettarci?

Steven Wilson: Oh sì. Ci sarà un CD bonus, un blu-ray, e lo stesso formato libro che abbiamo fatto per Insurgentes e The Incident, questa volta sarà di colore blu.

Coma Divine: Il prossimo album dei PT sarà in qualche modo influenzato da questo tuo nuovo capolavoro?

Steven Wilson: Non lo so, ma so per certo che il prossimo disco dei PT sarà diverso dagli ultimi due o tre. Direi che ormai ci siamo un po’ stancati dell’aspetto metal, penso che abbiamo già detto quello c’era da dire. Adesso siamo più interessati a fare qualcosa di un po’ più atmosferico, orientato alla forma canzone. Ma a parte questo, non ci ho ancora pensato molto. Una cosa è certa però, sarebbe inutile fare un altro disco come The Incident o Fear Of A Blank Planet, quindi.. Credo che il prossimo sarà un po’ diverso.

Coma Divine: Quando ci siamo visti durante il tour dei Blackfield, ci hai detto che non avresti fatto concerti per promuovere Grace For Drowning, come mai hai cambiato idea?

Steven Wilson: Ho cambiato idea perché il mio manager continuava a dirmi che dovevo farlo e poi ho pensato che la gente non avrebbe mai preso seriamente il mio progetto solista se non lo avessi mai portato dal vivo. Inoltre ho scoperto che c’erano alcuni musicisti disposti ad affiancarmi sul palco e mi sono detto, se quei ragazzi vogliono aiutarmi, allora forse possiamo farcela.

Coma Divine: Parlando di questi musicisti (Theo Travis: flauto/sax, Aziz Ibrahim: chitarre, Gary Husband: tastiere, Nick Beggs: basso, Marco Minnemann: batteria), come li hai conosciuti e come li hai coinvolti?

Steven Wilson: Beh.. Con Theo ci lavoro ormai da tanti anni. Nick Beggs suona sull’album; ho incontrato Nick tramite Steve Hackett, perché è il suo bassista. Marco Minnemann l’ho incontrato di recente a Los Angeles, lo stavo tenendo d’occhio, voglio dire, è un musicista straordinario e non avrei mai immaginato che uno come lui potesse desiderare di suonare con.. me.

Coma Divine: Perché tu sei un musicista talmente scarso…! (irony)

Steven Wilson: Rispetto a lui lo sono! Non voglio fare il falso modesto, perché lo so che loro sono dei musicisti straordinari, mentre io sono un bravo compositore. So fare cose che a quei ragazzi non riescono: so mettere insieme un disco. Quindi forse sottovaluto la dose di rispetto che quei musicisti hanno nei confronti del fatto che io sono capace di fare un disco, di creare un lavoro di questo tipo; perché è il genere di cosa che loro non farebbero, quindi credo questa collaborazione sia un bene per entrambi. Non vedono l’ora di essere coinvolti in un progetto alquanto ambizioso, musicalmente, e per me è uno straordinario onore suonare con quei ragazzi, voglio dire, suonare la mia musica. Non immaginate quando sia emozionante per me. Per cui ho proprio esaurito le scuse per non suonare dal vivo. Alla fine ho dovuto dire di sì, non avevo più motivi per rifiutare.

Coma Divine: Hai anche detto che i concerti saranno piuttosto particolari, con parecchi filmati di Lasse Hoile; dove sono stati ripresi questi video e ne fai parte anche tu?

Steven Wilson: I video presenti sul blu-ray saranno delle performance, nel senso che ci sarò io che suono i pezzi e canto in playback. Le versioni che faremo vedere dal vivo saranno senza di me, le abbiamo ri-editate perché sarebbe stato strano vedermi sul palco e anche sui video.. però questa volta ci siamo orientati su un tipo di video basato sulla performance, perché abbiamo trovato un modo di farlo che soddisfa entrambi; ho sempre pensato che quel genere di video fosse un po’ fasullo, ma siamo riusciti ad aggirare l’ostacolo, vedrete! Penso che ne uscirà presto uno in rete, sarà molto artistico e surreale.

Coma Divine: Abbiamo anche visto le foto che Lasse ha messo su Facebook, scattate in Danimarca, in un qualche ‘sperduto luogo segreto’, come diceva la didascalia; in un’altra sembra che stai suonando vicino ad un enorme falò..

Steven Wilson: Okay, ho capito. Sono probabilmente dei fotogrammi tratti da uno dei video. Di fatto quello che sembra un falò è tratto dal video per la canzone intitolata Track One, è una cosa molto strana.. ovviamente! I video di Lasse non possono che essere strani!

Coma Divine: E la foto con i manichini?

Steven Wilson: Quella è tratta da Index, avete presente il libro intitolato “The Collector” di John Fowles? Ha anche ispirato un paio di film. È un libro degli anni Sessanta che parla di un tizio che colleziona le farfalle, anche Il Silenzio degli Innocenti secondo me ha attinto a questo libro. Questo tizio colleziona le farfalle, le uccide, le attacca su una tavola con dei chiodi e le incornicia per esporle; in pratica si relazione alle donne nello stesso modo. Quindi cattura e colleziona le donne e metaforicamente parlando le inchioda ad una tavola sotto vetro per poterle ammirare quando vuole. Index parla di questo individuo che non è in grado di provare empatia ma sente lo stesso il bisogno di far parte di una famiglia. Così nella foto in cui mi si vede con i manichini, in pratica io sono.. l’assassino, con la mia ‘famiglia’, che naturalmente è finta, di plastica. E questo richiama il concept del libro “The Collector”.

Coma Divine: Visto che hai detto che questo tour sarà un grande evento, con tutti quei musicisti di rilievo che ti affiancheranno, sarà ripreso per un DVD?

Steven Wilson: Penso che non si possa fare altrimenti, no?! Anche perché non potrò suonare ovunque; se i concerti andranno bene, credo che sarà d’obbligo filmare almeno uno degli ultimi. Non vedo l’ora di partire con questo tour, e voglio fare una seconda tappa che potrebbe toccare il Messico, l’Italia, la costa Ovest.. Quindi incrociate le dita affinché la prima tappa vada bene!

Coma Divine: Ma certo che andrà bene!

Steven Wilson: Grazie per la fiducia! Vorrei esserne convinto anche io.. ma sì, lo sono. Con quei musicisti e con il materiale di Lasse non si può sbagliare!

Coma Divine: Questa è una domanda totalmente generica. Tu sei considerato il musicista che negli ultimi anni ha contribuito più di tutti a “risanare” la reputazione del prog, una sorta di “messia del prog”…

Steven Wilson: Chi sarebbe questa persona?

Coma Divine: Sei tu.

Steven Wilson: Ah vuoi dire che sono visto così? Okay. Beh è una cosa molto lusinghiera. Credo ci sia un sacco di gente che ha fatto parecchio per la musica progressive.. Direi che Thom Yorke si merita un riconoscimento, anche Mikael Akerfeldt.. Di sicuro io non ho mai fatto mistero del mio amore per il prog, forse c’è stato un periodo in cui non l’ho proprio dichiarato ai quattro venti perché era veramente fuori luogo, tipo verso la fine degli anni Novanta; ma sono molto contento di vedere che c’è stato un ritorno di quelle sonorità e ora è nuovamente accettato. Fa di nuovo parte della scena musicale creativa ed è fantastico; se questo è avvenuto anche grazie al mio contributo, ne sono davvero felice.

Coma Divine: Bene, Steven, era l’ultima domanda, grazie mille per la tua disponibilità.

Steven Wilson: Di nulla, è stato un piacere.

Steven wilson intervista milano 2011

ENGLISH VERSION

Coma Divine: Grace for Drowning is your most ambitious project to date, when did it start developing and what has the evolution been since Insurgentes?

Steven Wilson: The main root of this album for me is very different to the root of Insurgentes, cause Insurgentes was very much inspired by the kind of music that was happening around me when I was growing up, which was the ’80s. So Insurgentes was very much inspired by bands like Joy Division, Cure, Cocteau Twins, My Bloody Valentine, of course still filtered through my “progressive rock mentality”; that was why, I think, the album had more of a kind of an alternative edge. This album on the other hand is much more inspired by the music that I actually went back and discovered when I was a kid, which is the music of the late ’60s-early ’70s, which still really is my favourite era for music; and so the tone of the music came really from the point at which pop music starts to mutate and combine with jazz music and classical music to create what we now know as progressive rock. So that’s a very important thing because until that happened pop music was still very much rooted in blues and R&B; what you have with jazz music particularly as it starts to become a part of rock music and pop music is you have musicians liberated firstly from the three minutes pop song form, you have musicians aspiring to a higher quality and ability on their instrument and you have a more spiritual quality to the music; and this really all came about because of my work on the King Crimson remixes, because I was so immersed in those records that I was hearing that kind of sound all the time, my head was full of all this music from that era, so when I came to start this record, that was musically where I was. I wasn’t where I was with Insurgentes, I was definitely in that era. And also the other thing that is important to me about this record which I didn’t realise at the time was how much jazz was a part of those records and how most of progressive music since that era, since the ’80s, has almost deleted jazz from the equation. If you look at the kid of popular forms of progressive music since the 80s you have neo progressive music, you have metal prog.. there’s no jazz in any of those forms. It’s almost like it’s the forgotten part of what was special about the original progressive bands. So in a way I wanted to go back to jazz as the forgotten part.

Coma Divine: You made it, totally.

Steven Wilson: I hope so. It’s a progressive record but it’s progressive rock that’s re-embraced jazz as a very important part of it; and I think it’s beautiful, that combination of rock music and jazz music is absolutely beautiful, I love so much that music, from my era.

Coma Divine: It was just floating between jazz and progressive, almost like no real pop music. I think fans that like metal, the Opeth kind, are in for a shock.

Steven Wilson: Well, Opeth have just made a record like this too. So they are gonna be shocked too. It’s funny because Mikael and myself have both come to the same kind of point at the same time because he’s just made a record which is completely turning its back on metal in such a big way, I don’t think the fans realise how much he’s turned his back on metal, but I mean, he’s been saying so himself, but I don’t think the fans quite accepted it, but they’ll have to when they hear it. We have both used the same kind of musical palette, which is more keyboards than guitars in a way, piano, electric pianos, hammond organs, mellotron, stream choirs, woodwinds, clarinets, saxophones, flutes, the jazz sensibility…that’s all in the new Opeth record too. So I’m not alone; I think there’s definitely a feeling of trying to get back to that organic golden era for music.

Coma Divine: When I heard that the album was going to be double, or rather, two in one, I thought of Ummagumma, which might not be proper; still, this album too is a journey of sounds, notably the suite Raider II and the various instrumental tracks, so is it..?

Steven Wilson: I think there’s a sense that all of my records, everything I’ve ever done, every album I ever made, have one thing in common, which is that every record is designed to be a kind of musical journey, musical continuum, musical experience. I’m not the kid of person who just throws ten tracks together: I’m always thinking about the flow, the sequencing, and the impacts that tracks can have when they’re next to each other in the album. So you don’t follow a ballad with another ballad, you follow it with something that’s a bit more…but those kind of things that seem simple, obvious, it’s almost as if people don’t think about them anymore. And I think that’s why a lot of contemporary music to me is not very interesting, because it doesn’t have that sense of travelling, that sense of journey that the great ’70s albums have. So I actually had more than 85 minutes of music ready, I had about two hours of music- some of the music is going to go in the special edition only. But the 85 minutes of music that I chose for the main Grace for Drowning release, I didn’t want to present it as just one 80 minutes long CD, cause I don’t like 80 minutes long: I think that’s just too tiring. So what I decided to do is present it as two 40/45 minutes albums, cause I’m a great believer that the perfect length for an album is 40 minutes, which is why so many classic records come from the Seventies, and hardly any classic record come from the CD era, at least that’s the way I think about it. And I think that’s because most people’s attention span is about 40 minutes. Even if the music is the best music you’ve ever heard in your life, after 40 minutes you’re going to start losing concentration. And particularly when this music is quite intense, it’s not simple music, you have to engage with it. So to expect somebody to engage with this music for 80 minutes is a lot to ask. Which is why I kinda came up with the idea of two separate albums. I’m actually saying to people “Don’t try and listen to them back to back, because it’s too much.” Too much information.

Coma Divine: Your King Crimson remixing work have been an influence on this album..

Steven Wilson: Yes.

Coma Divine: ..Were you influenced also by other artistic expressions such as movies, books..?

Steven Wilson: Yes, cinema has always been in a way as important as an influence as music to me, because the first thing I’m thinking when I’m writing music is I’m thinking in terms of images. I’m not thinking in terms of music, I’m thinking in terms of what pictures would go with this, and so many of the tracks end up being made into films by Lasse Hoile, anyway, so the first thing I’m doing when I’m writing a new song is I’m sending it to Lasse, and I’m saying “I’ve just written this song, what visually have you got in mind for this?” and we start talking about ideas and some of the music.. I mean, my music is.. people have always said about my music “Oh it’s very cinematic”, “your music should be in movies”, which I agree with, but it’s never happened unfortunately, but I’d love it to happen.

Coma Divine: Well, you did Insurgentes, the documentary.

Steven Wilson: Apart from my own movie, yeah. But I mean, I’d love to make a soundtrack for a director, a great director, and it’s never happened unfortunately, but I always thought of my albums in the way people think about movies. So you think about the songs almost as scenes. The way a lot of people make music is that they write a song, then they write another song which is basically a variation of the first song, then they write another song which is basically a variation of the first two songs, and they put them together. Now to me that’s like making a film where the characters have the same emotions all the way through the movie, so that they’re happy all the way through the movie, and that’s not very interesting, is it? That’s not very dramatic. A great film is all about the contrasts between the scenes, and in one scene the characters are happy, then something tragic happens, and they become very sad, and then they become very angry, and then.. and I think of music in the same way, so my albums are structured like a movie would be structured, so you have sadness followed by happiness followed by depression followed by anger.. but then isn’t that like life?! That’s life, isn’t it. We’re not the same mood the whole time. So that’s why a lot of modern music kinda bores me, because it just seems there’s just one emotion the whole time, you know.

Coma Divine: You’ve been telling us bout making the two separate albums “Deform to from a Star” and “Like Dust I have Cleared from my eye” instead of one long album, but is there a concept underneath, that links them, or are they two different entities?

Steven Wilson:Not really, no. You mean lyrically?

Coma Divine:Also. Both.

Steven Wilson: No. The story is in the music. It’s in the way the music flows. The lyrics are…they’re about things I’ve written before, you know…serial killers, and breaking up relationships, and there’s one song about depression, “Remainder the Black Dog”, and they’re kind of themes I’ve written about before.

Coma Divine: It’s not a proper concept album thing then.

Steven Wilson: Not in a narrative way, no. I think this album is all really about the music, to me this time. I’ve worked quite hard on the words, that’s not to say I’m not proud of them, because I am, but I didn’t try to give the album a theme this time.

Coma Divine: There’s a lot more music as opposed to lyrics anyway.

Steven Wilson: It’s predominantly instrumental, yeah.

Coma Divine: You involved some very interesting guests such as Nic France, Steve Hackett, Robert Fripp, are they confirmed?

Steven Wilson: Well, I can give you the full line up: the drummers are Nic France and Pat Mastellotto, the bass players are Tony Levin, Trey Gunn and Nick Beggs, the guitar players are me, Steve Hackett, a guy called Mike Outram who also played guitar as a jazz player, maybe Robert Fripp, I’m not going to tell you (laughs), maybe he’s on it maybe he isn’t. Keyboard player is myself and Jordan Rudess, doing all the clever piano stuff, and Theo Travis on the flutes, the saxophones and woodwind stuff.

Coma Divine: Are they just session men or did they actually contribute something?

Steven Wilson: Well, both. I wouldn’t have used musicians that wouldn’t have ideas on their own, and of course the core of the thing is trying to bring the jazz sensibility back in, as the jazz musicians are basically channelling on the spur of the moment, you know, feelings and emotions; and I wanted that. And then I would edit my favourite parts afterwards. But hopefully not edit too much, because I didn’t want it to be too perfect. I wanted to leave some.. imperfections – not imperfections, it’s the wrong word, cause I wouldn’t have let anything go if I wasn’t happy with it, but I didn’t want it to be too neat and too perfect. There’s a song on the record called “Deform to Form a Star”, and the whole idea of that title is the idea that perfection is actually quite boring, and a lot of modern music is so perfect, like it’s perfectly in tune, perfectly in time, everything is perfectly edited, but there’s nothing left, there’s no music left. And the idea is that actually for something to be special, it need to be slightly imperfect. It’s the same you know.. supermodels: are not actually very sexy, they’re too perfect. The idea is that women that are perfect are not attractive. And I think that you can apply this to anything, and particularly to music. Think of Beatles records, they’re out of tune, out of time, the drummer’s speeding up, slowing down, the piano is slightly out of tune with the guitar.. but they’re fantastic records, cause they sound real.  And I think there’s an element of trying to reach for that again, on this record.

Coma Divine: Are we going to have also the Deluxe edition of Grace for Drowning as we had for Insurgentes? What kind of releases can we expect?

Steven Wilson: Ooh yes. There’ll be a bonus CD, and the blue-ray, and the same kind of book that we did on Insurgentes and The Incident, it’s gonna be blue this time.

Coma Divine: Will the next PT album be influenced somehow by this new masterpiece of yours?

Steven Wilson: I don’t know. One thing I do know is that the next PT album will be different from the last two or three. I think we’re all a bit tired of the metal aspect. I think we kinda feel we’ve done that. I think we’re more interested in doing something a little bit more spacious, a little bit more song orientated. But beyond that, I haven’t really thought too much about it. But one thing I do know is that it would be pointless making another record like The Incident or another record like Fear of a Blank Planet, so.. I think that it’ll sound a bit different next time.

Coma Divine: When we last met during the Blackfield tour, you said you weren’t going to tour for Grace For Drowning, why did you change your mind?

Steven Wilson: I changed my mind because my manager kept telling me I had to do it, and then I thought that people are never gonna take my solo project seriously, properly, until I go and play it live. And I also found out that there were some musicians that were willing to do it, and I thought, well if those guys are willing to do it, then maybe we can make it work.

Coma Divine: Speaking of these musicians (Theo Travis: flute / sax, Aziz Ibrahim: guitars, Gary Husband: keys, Nick Beggs: bass, Marco Minnemann: drums), how did you met them and how did you end up involving them?

Steven Wilson: Well.. Theo, I obviously worked with him for many years. Nick Beggs plays on the album; I met Nick through Steve Hackett actually, cause Nick is Steve’s bass player. Marco Minnemann was..I met Marco in L.A. recently, and again he was someone I was very aware of, I mean I knew Marco, I knew he’s an extraordinary musician but I never thought that someone like that would really want to come and play with.. me.

Coma Divine: Because you’re such a mediocre musician. 😀

Steven Wilson: Well, compared to him, I am! I’m not trying to be falsely modest, cause I know that they are great musicians, but I know that I am a good songwriter. I can do things that these guys can’t do: put records together, yes. So I think I underestimated how much those kind of musicians actually respect the fact that I can put together these records, create these works; because that’s something that they wouldn’t do; so I think it’s good for both of us. It’s good for them, they’re looking forward to get involved into something quite ambitious, musically, and it’s an extraordinary honour for me to play with these guys, playing my music I mean. Can’t tell you how much of a thrill that’s for me. So I kinda ran out of excuses to not play live. In the end I just had to say yes, because there was no reason to say no anymore.

Coma Divine: You also mentioned that the shows are going to be quite particular and with lots of films from Lasse Hoile; where did you shoot these videos and are you among the actors?

Steven Wilson: The videos that will be on the blue-ray are performance based, in the sense that you see me performing the songs, lip-syncing the songs. The versions that we’ll show live will have my part taken out, we’ve re-edited them cause it’d look a bit weird if I’m on stage and up there too, so…but we’ve actually gone this time for a more performance based style of video, because we found a way to do it that we both really like, cause I always thought performance video are a bit cheesy, in a way, but we found a very interesting way to do it, and you’ll have to wait and see. I think we’re going to release one on the internet very soon. We found a very interesting way of doing performance based videos which are still very arty and very surreal.

Coma Divine: We’ve also seen the pictures that Lasse has put on facebook -must have been early this morning. Taken in Denmark, the caption was always “some desert secret place in Denmark”, and in another you were next to a bonfire playing..

Steven Wilson: Okay, that one. They’re probably stills of one of the videos. I think what you think is a bonfire is not actually a bonfire, but that’s a still from the video to a song called Track One, which is a very strange…of course strange, Lasse’s are going to be strange videos.

Coma Divine: And the mannequin picture?

Steven Wilson: That’s from Index. Index is about, do any of you guys know the book called “The Collector” by John Fowles? It’s been made into movies a couple of times. It’s a book from the ’60s about a guy who collects butterflies, I tell you The Silence of the Lambs was partly based on this book too. The guy collects butterflies, he kills them and he pins them on to a wall and he puts glass on them and he displays them; and the idea is that he basically relates to women in the say way that he relates to the things he collects. So he’s somebody who collects and entraps women and metaphorically speaking pins them under a piece of glass, to take out to look at them when he chooses. So Index is about this idea of the individual who is unable to empathise with another human being, but still feels the need to fell like he’s a part of the family; so when you see me sitting with the mannequins the idea is that I’m the …killer, with my “family”, which is actually of course just plastic mannequins. So it kinda relates back to this original theme of “The Collector”.

Coma Divine: Since you mentioned that this tour is such a big event, you have all these musicians with you, is it going to become a DVD?

Steven Wilson: I think it’ll have to be, won’t it, because I’m not going to be able to tour everywhere. If the shows go well I think that probably the idea of filming one of the last shows is almost certainly likely to come up, yeah. But I do wanna do this tour. I want to take the show beyond the tour that we’ve announced so far. I want to do a second leg and go to Mexico, Italy, West Coast. So keep your fingers crossed it goes well, the first part.

Coma Divine: Of course it’ll go well.

Steven Wilson: I’m happy you’re very confident. I wish I had the same confidence…no, I am, I am confident. With those musicians and with Lasse’s show it can’t really go wrong.

Coma Divine: This is a more general question. You’re considered as the one musician who contributed more over the past decades to make the word “prog” not bad anymore…or less bad, a sort of “prog messiah”..

Steven Wilson: Who’s considered that person?

Coma Divine: You are.

Steven Wilson: Oh you mean I’m considered that person? Okay. Well it’s a very flattering idea, I think there’re a lot of people who’ve done a lot to make progressive music…I’d say Thom Yorke deserve some recognition, I would say The Mars Volta deserve some recognition, I would say Mikael Akerfeldt deserve some recognition, but…certainly I’ve been very unapologetic in my love for progressive music. Well, there was a time when I tried to downplay it because it was SO unfashionable in the late Nineties, but I’m very happy to see it’s comeback and it’s now very accepted. It’s accepted again as part of the creative music scene. It’s a great thing. If I’ve been a part of that, then I’m very happy about it.

Coma Divine: All right, Steven, that was the last question, thank you very much for your time.

Steven Wilson: Pleasure, it was a pleasure.