Steven Wilson è tornato con The Overview, un album ambizioso che ci invita a osservare il mondo da una prospettiva completamente nuova. Con la sua uscita, l’artista ha rilasciato diverse interviste per raccontare il concept, le ispirazioni e i segreti dietro questo nuovo progetto.
In questo articolo, abbiamo raccolto per voi alcune chicche delle interviste disponibili sui vari magazine italiani. Troverete anche i punti salienti del Q&A al Cinema Barberini di Roma del 5 marzo scorso.
Rolling Stone Italia
Ecco alcuni argomenti trattati nell’intervista pubblicata su Rolling Stone Italia del 10 marzo 2025:
- Ispirazione dall’Overview Effect – La sensazione provata dagli astronauti quando vedono la terra dallo spazio e ne percepiscono bellezza e fragilità. Questo concetto ha condotto Steven a creare un’opera composta da due lunghe suite che rappresentano un viaggio dalla terra ai confini dell’universo.
- Collaborazione con Andy Partridge – Steven ha parlato della collaborazione con Andy Partridge degli XTC per la scrittura dei testi di Objects Meanwhile, una sezione della prima parte dell’album.
- Differenza tra “prog” e “progressive”– Si è fatta una distinzione tra “prog”, che associa a un genere musicale specifico degli anni ’70, e “progressive”, che considera un approccio più ampio e innovativo alla musica.
👉 Qui l’intervista integrale: Rolling Stone Italia.
Rockol
ell’intervista pubblicata su Rockol qualche settimana fa, Steven ha approfondito diversi aspetti legati al suo nuovo album.
- Collaborazione con Miles Skarin – Il progetto The Overview è accompagnato da un film realizzato da Miles Skarin, che arricchisce l’esperienza sensoriale dell’album, offrendo una dimensione visiva al viaggio cosmico musicale proposto da Steven.
- Restauro del “Live at Pompeii” dei Pink Floyd – Steven ha recentemente lavorato al restauro audio del celebre concerto dei Pink Floyd, in uscita nelle sale dal 24 al 30 aprile. Ha descritto questa esperienza come un “onore”.
👉 Qui l’intervista integrale per Rockol.
Metal Hammer Italia
Ecco alcuni dei punti più importanti dell’intervista per la rivista Metal Hammer Italia:
- Un’esperienza musicale totale – The Overview non è solo un album, ma un viaggio sonoro da vivere nella sua interezza, con un approccio immersivo. Si è parlato delle ispirazioni provenienti dal cinema e dalla letteratura e del prendere le distanze dalle convenzioni del mainstream.
- La crisi della musica moderna – Steven ha parlato della saturazione del mercato musicale, dove troppa musica generica rende difficile per il pubblico scoprire opere innovative. Ha sottolineato l’importanza di non sottovalutare l’intelligenza dell’ascoltatore e di offrire esperienze artistiche profonde e originali.
👉Leggete qui tutta l’intervista.
Di cosa si è parlato al Cinema Barberini di Roma il 5 marzo

Steven ha raccontato il suo legame speciale con Roma, una città che ha accolto la sua musica con entusiasmo sin dagli inizi della sua carriera. Mentre in Inghilterra suonava ancora per poche persone nei pub, a Roma si trovava già di fronte a un pubblico numeroso e appassionato, cosa che ha lasciato un segno indelebile nel suo percorso artistico.
Parlando del suo ultimo lavoro, ha spiegato che l’idea è nata dalla volontà di esplorare sempre strade nuove. L’ispirazione è arrivata dopo un incontro con Alex Milas, fondatore di Space Rocks, un’organizzazione che unisce scienza, astronomia e musica.
Riguardo all’influenza dello spazio nella musica, Steven ha citato Bowie, i Beatles ed Elton John, per i quali il cosmo è stato fonte di grande ispirazione. Per lui, invece, è stato il cinema ad avere un impatto maggiore per questo nuovo progetto. Film come 2001: Odissea nello Spazio e Solaris hanno influenzato il modo in cui ha concepito l’album, che infatti è strutturato come un’unica esperienza musicale continua e non come una raccolta di canzoni separate.
Parlando dell’epoca attuale, dominata da contenuti musicali brevi e immediati, ha ammesso che la sua scelta di realizzare un album con due brani lunghi è controcorrente. Tuttavia, ha affermato di credere ancora nell’esistenza di un pubblico disposto a immergersi nella musica come si fa con il cinema, prendendosi il tempo per ascoltare e lasciarsi coinvolgere. Proprio per questo ha voluto creare un’esperienza immersiva, anche attraverso tecnologie come il Dolby Atmos e proiezioni in formato 270° che avvolgono completamente lo spettatore.
Nelle ultime domande si è riflettuto sul concetto di progressive. Steven ha dichiarato che non desidera replicare il sound di gruppi come i Genesis, ma vuole mantenere un’attitudine sperimentale. Il suo lavoro è il risultato di una mescolanza di influenze, che spaziano dal prog all’elettronica, dall’ambient al metal, senza un’etichetta precisa.
Alla domanda sull’intelligenza artificiale nella musica, ha sostenuto che i musicisti hanno sempre utilizzato strumenti tecnologici per migliorare la loro arte, dall’elettronica agli effetti digitali. L’AI è solo un ulteriore passo in questa direzione, e lui stesso l’ha sperimentata per curiosità, pur rimanendo consapevole che la creatività umana resta insostituibile.